Uno studente iscritto al primo anno di antropologia culturale sta studiando le ultime pagine prima di un esame, quando viene avvicinato da una coppia di ragazze. Si tratta di due missionarie pentecostali che gli offrono un percorso di studio della Bibbia finalizzato alla sua conversione. Il ragazzo è titubante, ma spinto dalla curiosità decide di accettare. Cruciale è il nome di una delle due, Dorotea (gr. dono di Dio), che egli leggerà come un presagio. Il percorso di studi sarà lungo e lo porterà fino a Praga dove parteciperà ad un incontro internazionale di fedeli con i quali si troverà a praticare rituali millenari e per certi versi molto spaventosi. La sua esistenza verrà sconvolta da esperienze che mai si sarebbe aspettato ed il suo modo di pensare e giudicare la religione si ribalterà. Questo grazie al suo progressivo immedesimarsi con i suoi interlocutori, protestanti fondamentalisti tra i quali il ragazzo cercherà di mimetizzarsi, praticando anch'egli il rito della glossolalia (o dono delle lingue), partecipando a seminari e discussioni e finendo addirittura a interpretare i panni del Messia nel corso della messa in scena di alcuni passi biblici. Lui che si era sempre considerato un agnostico convinto, forgiato dal materialismo e dal pensiero niciano, scoprirà, attraverso questo improbabile susseguirsi di vicende, un nuovo modo di vedere la religione. Tra i fedeli troverà nuovi amici e arrivando infine a comprendere come tra diverse forme di umanità sono molto più vive e accese le somiglianze che non le differenze. Il dono delle lingue è un carisma, vale a dire un’abilità straordinaria concessa da Dio ad alcuni fedeli particolarmente ferventi. Questo carisma viene concesso nell’ambito del battesimo dello spirito santo, riunione collettiva che rievoca la Pentecoste biblica e può essere ricevuto successivamente tutte le volte che si esercita la glossolalia. Quest’ultima consiste in un’emissione di vocali, consonanti e sillabe concatenate in una forma di pseudolinguaggio, cui nel corso dei tempi sono stati attribuiti significati diversi. La costante che è possibile rilevare tra questi tanti significati risiede nell’opinione che la glossolalia sia il segno evidente dell’avvenuto battesimo, una seconda salvazione, dopo l’accesso al regno di Dio che avviene con l’aspersione dell’acqua in giovane età. Le interpretazioni che sono state date nel corso dei secoli hanno avuto come unica costante quella della condanna morale e della scomunica. Il parlare in lingue è sempre stato considerato un blaterare senza significato. Oggi che il movimento pentecostale ha raggiunto l'incredibile cifra di 600 milioni di fedeli, di insignificanza non è più possibile parlare. Ecco perché nasce l'esigenza di ripensare lo studio della glossolalia avvalendosi della letteratura esistente, tentando di tracciare un percorso logico che porti alla definizione delle sue caratteristiche. In cosa consiste? A cosa serve? Perché ha avuto questo enorme successo e quindi questa velocissima diffusione? Cosa avviene nella persona che ne fa uso? A tutte queste domande viene data una risposta sulla base degli studi finora compiuti, che ci pervengono dalla sociologia, dalla psicologia, dalla neurologia, dall'antropologia e dalla moderna teologia.