From AAARGH catalog:Ben altra profonditàdi intenti presenta invece l'opera di Cesare Saletta (comunista di stretta osservanza bordighista), a far data da quel "Note rassinieriane (con appendice sulla persecuzione giudiziaria di R.Faurisson)", che si può a ben diritto considerare il primo vagito del negazionismo marxista italiano.
Per Saletta c'è una diretta connessione fra una questione storica e una questione politica relativa alla Shoah. Quest'ultima ruota attorno al ruolo che gli ebrei giocano nella civiltàcapitalista: "Sarebbe somma ipocrisia fingere di non vedere che, nella forma storica assunta dal capitalismo nel mondo euroamericano, questa porzione della élite [NDR: gli ebrei], integrata come forse nessun'altra nell'economia e al tempo stesso autosegregata socialmente in base ad un criterio di specificitàculturale, ha acquisito un peso che non ammette sottovalutazioni: uno dei frutti avvelenati di cui ci gratifica il capitalismo sinistramente sopravvissuto alla fase storica nella quale il proletariato sembrò avviato a distruggerlo a breve o a medio termine è il riproporsi di una questione ebraica" .
Se a questo aggiungiamo che il sionismo per Saletta è la trionfante "soluzione reazionaria della questione ebraica", alla quale bisogna marxisticamente rispondere con una scelta di verità, dato per assunto che ci sia un importante "ruolo della menzogna nell'ordine sociale borghese", ecco giàdefiniti i cardini fondamentali del perché Saletta sia un negazionista, pur non avendo svolto alcuna ricerca autonoma sulla Shoah. (Olocaustos, gruppo iper sionista)